sabato 21 giugno 2014

FIAT Coupé

La FIAT "Coupé"? UNIVA DUE MONDI





In occasione dei vent'anni della FIAT "Coupé" (presentata in realtà a fine '93), il suo designer Chris Bangle ha voluto omaggiare la vettura con due poster commemorativi che ne celebrano i tratti distintivi. Gli abbiamo rivolto un paio di domande, ricordando che fu l'ultima automobile che Bangle creò in qualità di designer puro (prima che in BMW, al ruolo di creativo affiancasse quello di manager).

Che cosa ha rappresentato per lei la FIAT "Coupé", vettura all'epoca decisamente innovativa dal punto di vista del design, ma anche con interessanti rimandi al passato?

La "Coupé" è stata l'ultima auto di cui ho disegnato gli esterni in ogni singola linea. Dopo quel progetto sono stato "Sepolto" in profondità dal management del design e non ho più avuto l'opportunità di esprimermi attraverso la creatività in modo così significativo e senza mediazioni. All'origine del design della "Coupé", c'era la volontà di unire due mondi che amavo moltissimo: quello mitico della Ford "GT40" e quello dei carrozzieri italiani degli anni 70 e 80, in particolare guardando a modelli come la Chevy "Ramarro" di Bertone del 1984 e la Lamborghini "Athon". Avevo previsto altri omaggi ad automobili culto, come la Porsche "911" di cui riprendevo le forme arrotondate della coda, ma prevalsero le linee squadrate dettate dalla galleria del vento. E' significativa anche l'origine del disegno del tappo del serbatoio. Una sera stavamo guardando il film "Dirty Mary, Crazy Larry" del 1974, insieme con Moray Callum, oggi direttore del design Ford. Nel film ci sono varie scene in cui la telecamera inquadra il tappo del serbatoio di una Dodge "Charger" da corsa e abbiamo deciso insieme che era così bello che avremmo ripreso quel concetto. Usai come riferimento alcuni tappi di serbatoio di auto da corsa europee e il disegno che ne derivò piacque così tanto al management che si decise di realizzarlo.

Qual è stata la scintilla che le ha fatto associare la vettura al corpo femminile?

L'associazione con il corpo femminile sta tutta nell'immagine un po' barocca che le forme ultra-arrotondate creano. Il volume a "doppio seno" delle luci anteriori è però ciò che chiamo un furto diretto dal migliore lavoro di Dio! Il motivo è come sempre un vincolo tecnico. I fanali continuavano a essere posti più in alto a causa della meccanica, e il solo modo di contenere le forme era di farli a scomparsa come nella BMW "840", oppure innalzare la linea del cofano e del paraurti. La linea soffriva già di ruote troppo piccole in proporzione alle forme, quindi rendere il frontale visivamente più grande e pesante non era un'opzione praticabile; i fari retrattili erano proibitivi come costi. Ho creato questi doppi volumi dei fari per necessità, per alleggerire la linea. Mi ricordo che la prima volta che abbiamo mostrato la vettura a un dirigente FIAT, questi ha storto il naso e ha chiesto: "come pensate di pulire quei fari?". Il mio capo, Ermanno Cressoni, si avvicinò in fretta all'auto e accarezzò i fari dicendo: "Con amore, ingegnere, con amore...!".


(Interista a Chris Bangle
Ruoteclassiche Giugno 2014)

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